Elegìaco

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domenica 22 febbraio 2004

RECENSIONE: T.A.C.Splintered

T.A.C.
Splintered
LABEL - Small Voices
GENERE - (EXPERIMENTAL - AMBIENT)
La classe e la raffinatezza che contraddistinguono ogni lavoro dei T.A.C. sembrano essere inestinguibili, anzi, ogni volta si vanno a rinnovare seguendo le sempre intriganti direzioni musicali del trio, guidato e prodotto da Simon Balestrazzi che insieme al suo fidato gruppo ha dato vita a questo “Splintered”.
Le sonorità alle quali ormai siamo abituati, non sono cambiate di molto, abbiamo quindi di fronte un tipo di elettronica/ambient molto sperimentale, trascinante fin dal claustrofobico brano d’apertura “Rain Some Nights”, oscuro ed inquietante come una porta aperta su un’altra dimensione a noi sconosciuta.
Monica Serra come al solito con la sua voce inquietante ed affascinante compie un ottimo lavoro, dando ancora più spessore a brani come “Broken”, o alla lunga ed ipnotica “Sacred Drift”, portata avanti dalle efficaci linee di basso di Corrado Loi.
L’andamento rarefatto dei pezzi fa sì che tutto sia un continuum dove ogni elemento ha la sua giusta collocazione ed il giusto peso. In questo senso anche i testi di “The Angel” e “Little Fly” presi in prestito direttamente da William Blake, si inseriscono perfettamente nel contesto risultando un tutt’uno con gli altri pezzi. Superlativa in questo senso anche la prova di Alessia Manca e Luca Pischedda rispettivamente alla viola e violoncello che in brani come “The Other Side Of The Water”, o “My Life At The Edge Of Chaos” rappresentano senz’altro un valore aggiunto.
La profondità di Splintered viene compresa meglio dopo qualche ascolto, perché come tutte le cose di valore si lascia scoprire un po’ alla volta, rivelandosi solo a chi ha voglia di percepire il fascino astratto e avvolgente dei suoi brani.
Amedeo Verger

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