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martedì 6 dicembre 2005

CON 'PUTTANA DEVI MORIRE!' IL MOBBING VISTO A TEATRO

godotnews.it

VISTI PER VOI
Al Teatro Riverrun di Cagliari
CON 'PUTTANA DEVI MORIRE!' IL MOBBING VISTO A TEATRO
      
Lo spettacolo di Monica Zuncheddu ha tenuto banco per tutto novembre nella sala di Via Giardini, riproponendo la fortunata formula che prevede un incontro 'chiarificatore' alla fine della piéce, effettuato da un esperto. In scena l'utilizzo di flash temporali come meccanismo narrativo e la particolare organizzazione dello spazio scenico portano ad un risultato decisamente interessante       
Per quasi tutto novembre, nei fine settimana, al Teatro Riverrun è andato in scena uno spettacolo per la regia di Monica Zuncheddu che, dopo un anno, si è voluto riproporre nella stagione 2005 con la stessa necessità espressiva e un rinnovato desiderio di sollevare domande e riflessioni su una delle tante ingiustizie della nostra società.
Infatti Riverrun, anche quest’anno, è stata disponibile ad incontri post spettacolo con universitari, medici e sindacalisti per dibattere sul mobbing, di cui Puttana devi morire porta un esempio attraverso l’interpretazione di Valentina Fadda, Laura Fortuna, Denise Murgia, Michela Atzeni, Felice Montervino, Monica Serra, Elio Tullio Arthemalle.
Lo sviluppo attraverso flash temporali ha portato la necessità di un’organizzazione anomala dello spazio scenico: il palco è utilizzato come spazio regia e marginalmente da 2 delle attrici solo all’inizio dello spettacolo, mentre tutto il resto si svolge tra il pubblico, che vede apparire e scomparire gli attori tra buio e luce, uscite ed entrate in platea.
È questa un’originale soluzione che non solo pone lo spettatore a stretto contatto con la professionalità senza trucchi degli attori, ma crea un’atmosfera di partecipazione e coinvolgimento reale a quello che sta accadendo nella realtà (come atto teatrale) e nella finzione scenica. La stessa idea è stata successivamente sfruttata con la stessa efficacia per l’ultimo spettacolo del Teatro Riverrun, Gran Galà. In Puttana devi morire si passa dalla dimensione reale dell’ufficio e della casa, a quella onirica, degli incubi che tormentano la povera impiegata Paola, interpretata da un’allieva di Monica Zuncheddu, Denise Murgia, protagonista di una fiaba stile 'Cenerentola', in cui le sorellastre, diventano perfide colleghe, il capo ufficio un depravato principe azzurro, interpretato da Arthemalle, e la fata l’amica Ester, interpretata da Monica Serra.
Il termine mobbing è nato per descrivere comportamenti animali nel campo dell’etologia e della sociologia; successivamente viene adottato per descrivere comportamenti umani, cioè compiuti da esseri umani, che assumono tuttavia atteggiamenti tipici degli animali nell’accerchiamento e attacco da più parti della preda o del nemico.
Nel mondo del lavoro questo vuole dire vessazioni e violenze psicologiche da parte dei colleghi (denominato mobbing orizzontale), che nello spettacolo la umiliano, la escludono, la rimproverano per qualsiasi cosa pur di demoralizzarla. A questo vanno aggiunte le molestie e le pressioni da parte del capo , e arriviamo almobbing verticale, che procede da piccole a grandi provocazioni. Paola cerca di resistere ma l’autostima non basta a contrastare i sempre più frequenti sintomi di instabilità e fragilità psicologica e fisica, che si trasforma in un grave male fisico derivato dallo stress. La reazione dell’ufficio è nonostante tutto fredda, insensibile, se non compiaciuta.
Lo spettacolo, che trae spunto da una vicenda realmente accaduta, racconta di una giovane donna vittima del fenomeno affrontato dal punto di vista sociale e umano, mettendo lo spettatore in una condizione di immedesimazione e solidarietà nei confronti della sfortunata protagonista, ma anche dal punto di vista giuridico, evidenziandone l’irrisolvibilità dal punto di vista giuridico e la mancanza tuttora di un’esauriente normativa tutelatrice dei lavoratori.
Carla Pau


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