Elegìaco

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giovedì 21 gennaio 2016

Destar qualcosa


di e con Monica Serra

produzione Micro Fratture Teatro 2014

col sostegno del Centro di Diffusione Attività Culturali - Ce.D.A.C. Sardegna
Circuito Teatrale Regionale Sardo, Stagione di Teatro ragazzi 2014/2015






"Destar qualcosa, un atto di provocazione, un’opera moderna e poetica, un intreccio tra durezza, spietatezza e gracilità. Un qualcosa di così vicino a noi giovani; l’alba di una vergine che si libera dal velo di purezza che fino a un attimo prima la rivestiva. Il desiderio erotico che arde il cuore, gettandoci nell’abisso del male passionale, distruggendoci nel profondo. Un desiderio forte, “guerriero”, ma allo stesso tempo intenso e profondo. “Soffrire in primavera, non sarà forse un peccato?” Perché nel periodo di pura rinascita il nostro mondo interiore è invaso da una cupa sofferenza? Una voce che spoglia il personaggio dal suo spirito interiore, fonde in un’unica cosa la mente con i suoi turbolenti pensieri, il cuore con il suo incessante sentimento e il corpo, smanioso di libertà e di erotismo". 
[Commento alunni - Liceo "A. Pacinotti" - Cagliari]






Destar qualcosa è un atto poetico: un elogio all'amore. L'illusione dell’esistenza dell’ “altra metà”, che mai combacerà perfettamente, è una condizione che racchiude in sé: desiderio, erotismo dei cuori e dei corpi, passione dionisiaca che può sfociare in follia, guerra tra i sessi, psicopatologia, all'interno di quel territorio, nient'affatto estraneo all'uomo, quale è il Male (passionale). L'erotismo del cuore che porta alla devastazione dell'animo: amore/morte, amore/orrore. E l'orrore talvolta è là, non si può tornare indietro, ma la sacralità della passione merita rispetto. Anche dinanzi all'orrore, nella sua tragica cecità, deve esserci data la possibilità di trovare un lato umano.

Due figure femminili: Diotima e Pentesilea, entrambe portano con sé i segni del sacrificio che l'amore ha loro richiesto.





VIDEO







Il corpo si sottrae per lasciare il posto ad un altro: sacrificio dell'affermazione del proprio io per amore dell'altro. Le parole riaffiorano nel vano tentativo di far coincidere la parola pensata con quella pronunciata, inafferrabilità dell'istante. L'attore messo di fronte alla propria vulnerabilità, la parola orchestrata, ecco il gioco teatrale che ricerco.

Come l'amore vive all'interno di un disequilibrio in costante fase di assestamento, così il corpo in scena sarà un corpo agito dalla scena, una forza che s'impadronisce dell'attore e ne determina l'azione. Il suo volto man mano si cela, si sottrae alla vista, negazione dell'apparire.

Il corpo in scena interagisce col suono restituendo allo spettatore una partitura musicale, un respiro che diventa ritmo. Una traccia sonora registrata, costruita con campioni di voce, andrà a mescolarsi alla voce dell'attrice in scena. La voce registrata e la voce reale s'incontreranno e si uniranno in un abbraccio o lotteranno e l'una prevaricherà sull’altra, come due corpi nel tentativo di amarsi.




Performance premiata alla I Edizione del Concorso per le arti performative “X4mart” categoria Professionisti: Premio della Giuria e Menzione Speciale del Pubblico (Teatro Actores Alidos - Cagliari - Maggio 2014).

La giuria, composta da:
    •    Gianfranco Angei, Direttore artistico del Teatro Actores Alidos;
    •    Daniela Paba, Critico teatrale;
    •    Lelio Lecis, Direttore artistico di Akròama;
    •    Cornelia Wildisen, Danzatrice e coreografa;
    •    Roberto Cossu, Critico teatrale;
    •    Valeria Ciabattoni, Direttore artistico del Circuito Teatrale Regionale Sardo
ha dato le seguenti motivazioni:
“Il lavoro dimostra una capacità di integrare i linguaggi senza rinunciare a essenzialità, rigore e poesia.
In particolare abbiamo apprezzato l’equilibrio e l'intensità dell’espressione non legata a una storia ma all’essenzialità dello stato delle cose e l’esercizio di sottrazione”.


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